I migliori quindici film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per vedere la programmazione completa delle varie reti, consultare Film.tv.it. Si prendono in considerazione solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare (prima di vedere un film è meglio controllare, sempre su Film.tv.it, la sua presenza in palinsesto). Buona visione.
La scritta FREE indica i film trasmessi da canali non a pagamento.
1. MAGNOLIA, Iris, h. 20,55. FREE
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2. Biancaneve e i sette nani, RaiUno, h. 21,30. FREE
3. Tra le nuvole, Sky Cinema 1, h. 22,45.
4. The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo, Steel, h. 21,00.
5. Alice in Wonderland 3D, Sky Cinema 1, h. 0,40.
6. La vita è meravigliosa, Sky Cinema Classics, h. 22,55.
7. Incontri d’amore, Cult, h. 0,40.
8. Kill Bill vol. 2, Sky Cinema Mania, h. 21,00.
9. L’inferno di cristallo, Studio Universal, h. 22,45.
10. Starship Troopers – Fanteria dallo spazio, Sky Cinema Max, h. 22,45.
11. Una notte da leoni, Joi, h. 22,45.
12. Il riposo del guerriero, La7, h. 23,45. FREE
13. Me and You and Everyone We Know, Iris, h. 0,05. FREE
14. Butch Cassidy, Sky Cinema Classics, h. 21,00.
15. Le avventure galanti del giovane Molière, Rai Movie, h. 22,50. FREE
Commento:
1. Magnolia. Piovono rane nel gran finale di questo film che incrocia orizzontalmente più storie (e più punti di vista sulla stessa storia). Affresco di varia umanità in una Los Angeles alla svolta del nuovo millennio, tra guru del neomaschilismo, malati terminali, mogli divorate dal senso di colpa, sfigati concorrenti di quiz. Una struttura narrativa che fece gridare al capolavoro, anche se poi non così nuova (vedi il Robert Altman anni Settanta di Nashville). A tutt’oggi il miglior film del talentuoso Paul Thomas Anderson.
2. Biancaneve e i sette nani. Rivederlo, se non altro per ritrovare la Strega, tutta un ghigno e mantelli neri, magnifica e insuperata icona della cattiveria filmica. Fresco e fragrante quasi l’avessero confezionato ieri, invece è del 1937. Com’erano i buoni cartoni di una volta di casa Disney e come adesso non sono più, travolti dalle tecnologie e da pixar vari.
3. Tra le nuvole. Gran commedia cinica, tra le migliori dgli ultimi anni. Con un George Clooney mai così bravo, nel ruolo di affabile ma spietato tagliatore di teste sempre in volo da una parte all’altra dell’America per accorrere là dove c’è bisogno della sua mano felpata nel far fuori in modo indolore più lavoratori possibili. Ryan non è una carogna, solo uno che deve fare il proprio mestiere. Incontra una trentenne e qualcosa più decisa di lui, che fa il suo stesso lavoro, con lo stesso suo poco tempo per gli affetti. Si innamorano. O meglio, lui si innamora di lei. Scoprirà che gli inganni e le crudeltà non sono solo professionali. E intanto arriva una ragazzina che forse vuole farlo fuori, e il nostro rischia di passare da tagliatore a ramo secco. La durezza del turbocapitalismo incarnata paradigmaticamente in un responsabile delle risorse umane che deve fare il lavoro più sporco che c’è. Una commedia cinica ma con retrogusto amore. Dialoghi molto cool e dry, soprattutto nella prima parte (la seconda scade e indulge a qualche sentimentalismo di troppo).
4. The Bourne Ultimatum – Il ritorno dello sciacallo. Il terzo e al momento ultimo capitolo della gran saga Bourne. L’agente Cia interpretato da Matt Damon continua nella sua tormentata e affannosa ricerca dell’identità perduta, e dell’entità che lo ha trasformato in killer e ora vuole farlo fuori. Bourne è la spy-story aggiornata alla nostra contemporaneita, di gran lunga il meglio che ci abbia dato il genere nell’ultima decade. Il costante senso di pericolo e di incombente minaccia ne fanno un action vorticoso e insieme sublimato, quasi astratto.
5. Alice in Wonderland 3D. Arriva in tv (anche in 3D, per chi ce l’ha) uno dei film di maggiore incasso del 2010. Un Tim Burton che ha diviso anche i suoi appassionati, tra chi lo ritiene l’ennesimo Capolavoro del Maestro e chi una concessione fin troppo cinica alla logica mercantile delle majors. La messinscena è come sempre rutilante e debordante, con sequenze stracolme di segni e oggetti, che non danno tregua all’occhio dello spettatore. Siamo oltre il barocco, e Tim Burton ci consegna la perfetta incarnazione del suo cinema attuale: riduzione del plot a puro pretesto per il gioco dell’immaginazione, inquadrature visivamente sature fino al limite del sopportabile, manierismo e autocitazionismo. Lo spettacolo è grandioso, ma gelido come il Casanova felliniano, senz’anima e anche con un che di malato che disturba. Si dirà: ma è Lewis Carroll, è Alice, se non si sfrena la fantasia qui dov’è che lo si deve fare? Solo che Burton è sì un gran visionario, ma la levità di Lewis Carroll, quella proprio non ce l’ha.
6. La vita è meravigliosa. Del 1946, ma a tutt’oggi il più bel film di Natale che si possa vedere. Uno dei non molti casi in cui i buoni sentimenti hanno prodotto un grande film. George è in un mare di guai e sta per saltar giù da un ponte, ma un angelo lo ferma. Quel che segue è la storia di una risalita alla vita e un inno alla positività e all’ottimismo. Finale indimenticabile sotto l’albero. Meraviglioso James Stewart. Capolavoro di Frank Capra. Anzi, capolavoro tout-court.
7. Incontri d’amore. Film di sentimenti molto francese del 2005 su una coppia più che rodata, anzi decisamente matura, che venendo a contatto con un lui e una lei vicini di casa entrerà in una fase sempre più accelerata di cambiamento e di sommovimento dei sensi. Peccato ci sia l’eternamente bamboleggiante Sabine Azéma. Però c’è Daniel Auteuil e, soprattutto, Sergi Lopez, la faccia e il corpo più proletari del cinema europeo di questa decade. Uno che da solo merita la visione di qualsiasi film. Che Incontri d’amore stia diventando di culto, e lo stiano diventando anche i suoi registi, i fratelli Arnaud e Jean-Marie Larrieu, lo dimostra il fatto che è stato da poco mandato in onda da Fuori Orario, la trasmissione cinefilo-notturna di Enrico Ghezzi: una consacrazione.
8. Kill Bill vol. 2. Ma qual è il capolavoro-capolavoro di Quentin: Kill Bill o Pulp Fiction? I tarantinologi se lo chiedono, si confrontano, si dividono (io mi chiamo fuori dalla mischia e butto lì Inglorious Basterds). Di sicuro Kill Bill è una svolta e apre la fase ipercitazionista di Quentin, che abbandona ogni residuo rapporto con la realtà extracinematografica per chiudersi nell’autoreferenzialità cinefila. Ogni scena, ogni momento della storia è rigorosamente citazione e ripetizione e ricalco di altro già visto in un altro film, in un altro cinema di un altro autore, o comunque nel recinto della pop culture e delle sue icone. La Sposa che finisce in coma e poi si ridesta e si dà alla vendetta, è una lunga scia di déjà vu genialmente reinventati e riproposti con infinito amore. In questa seconda parte continua la vendetta della Sposa contro l’ex boss e quel che rimane dei suoi sodali. Meno potente della prima, ma è l’inesorabile destino che tocca a tutte le parts two di essere sempre un po’ deludente. Ma si tratta pur sempre di Tarantino, e del migliore.
9. L’inferno di cristallo. Tra tutti i film catastrofici-apocalittici anni Settanta è quello che prediligo, insieme all’Avventura del Poseidon (meraviglia!). Il grattacielo che prende fuoco proprio la sera della sua inaugurazione, mentre ai piani altissimi è in corso un party con tronfie e corrotte autorità politiche e contorno di varia umanità, sembra prefigurare disastri veri di là a venire (leggi Twin Towers). L’operazione salvataggio degli ospiti intrappolati, mentre pezzi di grattacielo cascano tra le fiamme, si segue con il cuore in gola. Décor e vestiti Early Seventies, una goduria per gli occhi. Ci sono Steve McQueen, Paul Newman, William Holden e una magnifica, come sempre in quegli anni, Faye Dunaway. (Chissà se il giornalista-scrittore Camillo Langone, gran nemico dei grattacieli che ritiene siano una blasfema sfida al Cielo, ha visto qualche volta L’inferno di cristallo: avrebbe di che divertirsi, il film condivide il suo punto di vista e punisce biblicamente la hybris di chi ha voluto erigere a tutti i costi una nuova torre di Babele).
10. Starship Troopers – Fanteria dallo spazio. Amatissimo dai fan (tra cui mi metto) di Paul Verhoeven, anche se non ha avuto la fortuna commerciale di altri suoi film americani come RoboCop e Atto di forza. Avventura stellare abbondantemente innaffiata di horror e varie mostruosità, anche parecchio repellenti, ripropone tutto l’immaginario fiammingo-ferrigno-metallaro del regista olandese, con l’aggiunta qui delle sue ossessioni totalitarie-dittatoriali. Materia sempre piuttosto greve, per stomaci forti. Però la muscolarità della messinscena e soprattutto l’abilità nel comunicare tensione e malessere, anche in un film di genere come questo, ha pochi eguali.
11. Una notte da leoni. Film eccentrico e sofisticato come una screwball comedy anni Trenta, ma nascosto sotto le sembianze di una commediaccia maschile-goliardica contemporanea. Due amici più un parente tardofrikkettone imbarcato all’ultimo momento se ne vanno a Las Vegas per una pazza notte prima che uno di loro si sposi. Andrà tutto oltre ogni previsione di follia: si risveglieranno intossicati e in preda all’amnesia – The Hangover è il titolo originale – in una suite d’hotel completamente devastata, con una tigre in bagno, una gallina che scorrazza e il promesso sposo scomparso. Cos’è successo? Il film è la ricerca della verità su quella notte pazza e cancellata dalla memoria. Si scopriranno cose inimmaginabili, il matrimonio rischierà di saltare. Poi tutto si aggiusterà. Molto divertente e anche intelligente. Una sceneggiatura che non sbaglia un colpo, una commedia perfetta che è stata l’anno scorso enorme e inaspettato successo al box-office Usa.
12. Il riposo del guerriero. Film che scandalizzò la Francia e l’Europa nel 1962 (ci voleva poco allora). Diretto da Roger Vadim, vede una Brigitte Bardot – allora al suo massimo – nel ruolo di una borghese che, per ribellismo e vendetta nei confonti della sua classe, si innamorea di un alcolista nullafacente, però cone le sexy-sembianze di un allora giovane e fosco Robert Hossein. Mi ricordo vaghissimamente le polemiche sui giornali. Uno di quei film che veicolano gli umori di un’epoca, ed è il motivo per cui vale la pena guardarli.
13. Me and You and Everyone We Know. Film indie dell’artista americana, e qui regista al suo esordio, Miranda July, che qualche anno fa piacque parecchio nel giro dei festival (Cannes e Sundance) e delle Art House, soprattutto europee. Il volume Take 100 (Phaidon Press) inserisce addirittura Miranda July nell’elenco dei 100 autori più promettenti del cinema attuale: forse con qualche esagerazione. Il film, di un minimalismo elegante e pudico, racconta un piccolo mondo e piccole storie, innanzitutto l’incontro di un uomo e una donna dalle vite appartate e frustrate, e dei personaggi che ruotano loro intorno. Film che piacque molto alle redattrici dei giornali più fashionisti.
14. Butch Cassidy. Chi ha un’età non può non ricordarlo e amarlo. Ballata western su un duo di banditi che, a ripensarci, è poco più che un pretesto per mettere insieme una delle più sfavillanti coppie maschili che il cinema ci abbia dato, quella tra Robert Redford e il più maturo Paul Newman. Stregò (la coppia, il film) una generazione, chissà invece che effetto farà Butch Cassidy a rivederlo adesso. Pare che Robert Redford abbia chiamato Sundance il suo celebre festival di cinema indie in omaggio al personaggio che aveva interpretato nel film, Sundance Kid.
15. Le avventure galanti del giovane Molière. Gran successo in Francia, completamente trascurato e rimosso da noi. Un film del 2005 che ricostruisce fantasiosamente un periodo della vita di Molière di cui non si sa nulla. Regista e sceneggiatore immaginano che, appena uscito di prigione (cosa che avvenne nella realtà), il commediografo sia costretto a fingersi prete. Si innamorerà della moglie dell’uomo che lo protegge e lo ospita. Molto, molto francese, prendere o lasciare. Molière è Romain Duris, uno dei migliori attor giovani d’Europa, fascinoso e indolente come un novello Mastroianni. Lei è Laura Morante. Da vedere se, come me, siete fan di Duris.
La classifica prosegue con:
16. Misery non deve morire, Rai 4, h. 0,55. FREE
17. Panic Room, Retequattro, h. 23,25. FREE
18. Mediterraneo, Sky Cinema 1, h. 21,00.
19. Miami Vice, AXN, h. 20,50; Premium Cinema, h. 23,30.
20. Mosche da bar, Rai Movie, h. 0,55. FREE
21. Asterix & Obelix contro Cesare, Premium Cinema Energy, h. 22,40.
22. Abissi, Fantasy Channel, h. 21,40.
23. F.I.S.T., MGM Channel, h. 21,00.
24. EdTv, Premium Cinema Emotion, h. 22,45.
25. Hudson Hawk – Il mago del furto, Sky Cinema Max, h. 1,00.
26. Italians, Sky Cinema Italia, h. 21,00.
27. Il contrabbandiere, MGM Channel, h. 23,10.
28. Il gioiello del Nilo, Cult, h. 21,00.
29. Mr. Wonderful, Cult, h. 22,50.
30. Una notte al museo 2 – La fuga, Sky Cinema family, h. 22,50.
31. Semi-Pro, Steel, h. 22,55.
Commento su alcuni titoli: Uno dei migliori film mai tratti da Stephen King (Misery non deve morire); un tesissimo thriller con una Jodie Foster assalita in casa da tre rapinatori, diretto dal David Fincher di The Social Network (Panic Room); il film che incredibilmente procurò l’Oscar a Gabriele Salvatores (Mediterraneo); Michael Mann rifà 25 anni dopo al cinema la serie tv che lo aveva reso famoso (Miami Vice); l’esordio alla regia di Steve Buscemi con una storia di derive alcoliche alla Bukowski (Mosche da bar); un vecchio action con Robert Mitchum (Il contrabbandiere). Per saperne di più di ogni film, cliccare il relativo link.